E’ un dato oramai riconosciuto scientificamente che senza il microbiota intestinale l’individuo non potrebbe disporre di un sistema immunitario maturo ed efficiente, in quanto esistono sofisticati meccanismi di interazione e dialogo continuo tra batteri simbiotici, cellule del sistema immunitario e cellule epiteliali intestinali. Si parla di Cross-talk microbiota –ospite, comunicazione costante complessa ed articolata tra microbiota e cellule immunitarie, in modo che si possa mettere in atto, secondo le diverse situazioni, la risposta innata oppure quella adattativa.
Questa funzione di immunomodulazione o addestramento delle cellule immunitarie avviene già dai primi giorni di vita, quando dopo il parto comincia la colonizzazione dell’intestino del nascituro da parte dei batteri materni, passati dalla vagina in prima istanza e successivamente con l’allattamento al seno.
Il microbiota in via di formazione fin dalle primi momenti di vita è un vero e proprio “organo batterico” immunologicamente attivo in grado di modulare il sistema immunitario con un imprinting che condizionerà il futuro fenotipo immunitario.
La capacità del microbiota di addestrare il sistema immunitario, modulandone la funzione, continuerà per tutta la vita e darà ragione della nostra capacità di reagire o meno alle infezioni microbiche, ma anche alla possibilità di sviluppare patologie dovute ad un’iperattività immunitaria come malattie autoimmuni o allergie.
I probiotici possono favorire la funzione barriera dell’epitelio intestinale, per esempio favorendo la produzione di IgA, ma anche batteriocine specifiche per contrastare le specie fungine e batteri patogeni, possono favorire la produzione di citochine antinfiammatorie o ridurre quelle ad azione proinfiammatoria, possono facilitare la fagocitosi dei macrofagi, la maturazione dei linfociti T e linfociti B, quindi produzione di anticorpi ecc.
Si deduce dunque che per avere delle buone difese immunitarie è fondamentale l’eubiosi intestinale, ,mantenuta da un adeguato stile di vita, dall’alimentazione sana all’attività motoria corretta, ma a volte nonostante le nostre buone intenzioni è opportuno fare delle supplementazione di fermenti lattici opportuni.
Esistono studi che hanno dimostrato come l’integrazione di probiotici specifici può ridurre il numero di episodi di flogosi acuta delle alte vie respiratorie, ridurre la durata media di ogni singolo episodio, ridurre l’uso degli antibiotici e ridurre il numero di giorni di assenze a scuola o dal lavoro.
E’ opportuno, dunque, pensare a fare integrazione di probiotici già nella prima infanzia, soprattutto quando i bambini vanno incontro a ripetuti episodi febbrili e susseguente cura antibiotica in quanto si rischia di cadere in una sorta di spirale viziosa; i cicli continui di antibiotici, se pur necessari in quel momento vista la patologia del bambino, alterando pesantemente il microbiota intestinale, non fanno altro che predisporlo a nuove malattie infettive e non.
La stessa cosa vale per un adulto cagionevole di salute, che magari ha una vita stressante o svolge attività sportiva esagerata, mangia male e abusa di farmaci, soprattutto ai cambi di stagione quando il corpo è vulnerabile e rischia di rispondere male ad un comune agente infettivo.
Alcuni probiotici sono utilissimi in fase preventiva da assumere costantemente e regolarmente per 2-3 mesi, altri sarebbero di supporto alla fase acuta per ridurre la durata o la gravità.
E’ importante però che siano specifici, non tutti i prodotti sono uguali, in quanto l’azione è specie specifica e nell’ambito di ogni specie dipende anche dal particolare ceppo presente nel preparato. L’azione di un lactobacilus acidofilus LA14, non è la stessa di un altro lactobacillo, ma nemmeno di un altro acidophilus. Quindi è bene considerare che ogni probiotico sarà distinto dal nome del genere, della specie ed infine del ceppo.
I ceppi probiotici inseriti nella stessa formulazione non devono competere tra loro per i nutrienti, non devono inibire la crescita di altri presenti nella stessa formulazione, agendo da antagonisti, ma devono sinergicamente vivere insieme aderendo e persistendo nell’ambiente intestinale.