Esiste un ottimo motivo per mangiare pane raffermo e tanto più è duro tanto più è prezioso.

Il motivo va ricercato nella struttura dell’amido che lo costituisce, in quanto diventato indigeribile è in grado di arrivare nell’ultimo tratto dell’intestino ed essere nutrimento della flora batterica ivi residente.

Nella parte iniziale dell’intestino c’è abbondanza di nutrienti e la maggior parte vengono utilizzati dai batteri di questo primo tratto, mentre ciò che arriva in fondo al tratto digerente è in genere molto poco a totale svantaggio dei batteri che vi risiedono.

Quando mangiamo pane raffermo, l’amido è resistente per cui, riuscendo ad arrivare in fondo, nutre i batteri, i quali a loro volta rispondono producendo acidi grassi a catena corta come acetato, propionato e butirrato. Si tratta di piccolissime molecole che hanno importanza cruciale nei nostri stessi processi fisiologici, infatti, seppure il corpo ha la capacità di sintetizzare l’acetato, il propionato e il butirrato deve ricavarli esclusivamente dall’azione dei batteri commensali dell’intestino.

Il butirrato, piccolo acido di soli quattro atomi di carbonio, è fondamentale per il corretto funzionamento dei mitocondri, organelli intracellulari dalle molteplici funzioni. Si conoscono come centrali energetiche delle cellule, in quanto in essi avviene la fosforilazione ossidativa da cui la cellula ricava energia, ma tra le altre funzioni ad essi attribuite, c’è la regolazione dei geni cellulari e la differenziazione che ne consegue.

Quando i mitocondri funzionano male, le cellule potrebbero dividersi ma non differenziarsi e questo potrebbe essere l’innesco di una trasformazione neoplastica e insorgenza di un tumore, che di fatto è un insieme di cellule indifferenziate che perdono la capacità di regolazione della proliferazione.

I batteri nel nostro intestino riescono a regolare l’espressione genica mitocondriale e la differenziazione cellulare. Emerge dunque che occorre prendersi cura del proprio intestino cercando di preservare l’eubiosi ovvero un corretto equilibrio tra le varie specie batteriche in modo da fare prevenzione a patologie molto serie.

Come spesso accade i nostri antenati ,senza saperlo, utilizzavano il pane vecchio, lo mangiavano sotto forma di pancotto, pappa al pomodoro, panzanella;  il loro motivo, di certo non meno nobile, era evitare gli sprechi in momenti caratterizzati da scarsità di cibo, oggi nella società attuale votata all’abbondanza, si butta via, ma è bene sapere che perdiamo un alimento molto salutare.

Il mio consiglio comprate una pagnottina di pane, fatta con farina di buona qualità e lievito madre, lasciatelo per 4-5 giorni avvolto in canovaccio, poi tagliatelo a fettine molto sottile e aspettate altri 5-6 giorni, poi potete mangiarlo. In alternativa potete grattarlo sulle minestre o divertitevi a cercare ricette tipiche della vostra gastronomia regionale a base di questo prezioso alimento e buon appetito!!!

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