Un patrimonio da riscoprire è quello delle erbe spontanee mangerecce,  che non si trovano al bancone di un supermercato, ma sono facili da trovare nelle diverse stagioni nei nostri campi, dove solo per l’Italia,  ne sono state censite quasi 150. Sono erbe contraddistinte da un nome dialettale, molto usate un tempo in una gastronomia povera, misera di ingredienti ma con una enorme ricchezza di sapori.

 La conoscenza , l’utilizzo e la valorizzazione delle piante spontanee alimentari è un richiamo forte alle nostre radici culturali e al legame con il territorio di provenienza,andare alla riscoperta della biodiversità vegetale che caratterizza la nostra terra, superando il limite dell’omologazione e dei criteri estetici richiesti dalla grande distribuzione.

Diversi studi  suggeriscono che differenziare il più possibile i tipi di vegetali,ma anche di cereali, legumi e frutta,  assunti con la dieta eserciti un effetto additivo di riduzione del rischio per svariate patologie croniche, inclusi i tumori.

LA PORTULACA

E’ una piccola pianta grassa infestante, la si trova negli orti e nei giardini fino a 1700 m s.l.m.,; ha la particolarità di essere ricca di acidi grassi omega 3, ma anche tocoferolo, sali minerali e proteine. E’ anche detta “ porcellana” , in quanto sembra essere particolarmente gradita ai maiali.

E’ ottima mangiata cruda insieme a dei pomodori, oppure cotta per addensare zuppe e minestre, vista la ricchezza di mucillagini.

 Nel meridione viene frullata con i carciofi per farne una salsa da spalmare sui crostini.

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