L’olio extravergine di oliva, un alimento grasso che deriva dalla spremitura a freddo di un frutto è il pilastro, l’alimento centrale della dieta mediterranea.

Nel 1957 i coniugi statunitensi Keys intuirono di come la quantità ma soprattutto la qualità dei grassi assunti con l’alimentazione potessero incidere sulla comparsa di malattie cardiovascolari, arteriosclerosi,  ma anche obesità e cancro.  Nel Seven Countries Stady misero a confronto 12.ooo persone tra i 40-59 anni in 7 paesi tra cui Italia, Finlandia, Olanda, Giappone, Grecia, Stati Uniti e Jugoslavia e dimostrarono di come i livelli di colesterolo delle popolazioni mediterranee con una dieta povera di grassi saturi,  dove al posto del burro  e dello strutto veniva utilizzato l’ olio di oliva, fossero decisamente più bassi.

Pioppi un villaggio di pescatori, nel Cilento in Campania diventò la culla della dieta mediterranea, dove vivevano un impressionante numero di ultra centenari e dove si riscontrava una bassa incidenza di malattie cardiache e morbo di Alzheimer.

Il principale alleato dei popoli dell’area mediterranea anche per l’abbondanza delle relative coltivazioni locali è l’olio di oliva.

 L’olio d’oliva è formato da grassi vegetali monoinsaturo e polinsaturi, i cosiddetti PUFA, cioè molecole che contengono insaturazioni ovvero uno o più doppi legami nella catena carboniosa, diversamente dai  grassi animali, che sono, invece saturi.

 È il condimento con il miglior equilibro tra acidi grassi essenziali ed è un concentrato di  vitamine e minerali.

Gli  acidi grassi essenziali sono quelli che il nostro corpo non è in grado di produrre da solo e deve perciò ricevere dagli alimenti. In particolare abbiamo i grassi della serie Omega6 e quelli omega3 (la denominazione dipende dalla posizione del doppio legame lungo la catena carboniosa) .

E’ necessario inserire condimenti che apportino tali grassi nel giusto equilibrio, in quanto se la serie degli omega 3 ha effetto antinfiammatorio, anticoagulante  e regolatorio dell’attività immunitaria, quelli della serie omega 6 sono proinfiammatori e aggreganti, dunque, solo con un giusto equilibrio si può avere una regolazione dei reciproci effetti. Secondo le più recenti ricerche scientifiche  il rapporto omega6/omega 3 dovrebbe essere 2,5/1, mentre la nostra alimentazione occidentale è molto sbilanciata verso gli omega6, arrivando fino a 20:1, e questo è uno dei motivi ai quali si deve l’aumento di malattie cardiovascolari dei paesi occidentali.

L’unica via corretta per ovviare allo scompenso è di utilizzare solo gassi vegetali di alta qualità; gli oli più bilanciati nel rapporto omega6/ omega3  sono quelli ottenuti dai semi di canapa o dai semi di lino, ricchissimo in omega3, mentre olio di girasole e mais  contengono in prevalenza  omega6 .

La preferenza deve spettare sempre all’olio di oliva quale base dell’alimentazione dove troviamo omega3, omega6 ma soprattutto omega9, dunque un cocktail di acidi grassi monoinsaturi che permette di ridurre il rischio di trombosi, ictus, infarti, ed aiutano a ridurre i picchi glicemici dopo i pasti e dunque a regolare anche la produzione endogena di tessuto adiposo.

L’olio è un concentrato di  vitamina E e polifenoli dalla forte azione antiossidante, quindi di eliminazione di tutti quei i radicali liberi che si formano durante il normale metabolismo cellulare e che essendo specie molto reattive, provocherebbero danni cellulari e alla lunga  invecchiamento e malattie.

La oleuropeina è una molecola contenuta nell’olio, che attiva meccanismi di protezione endogena nei confronti di cellule malate.

I diversi componenti dell’olio sono in gradi di correggere l’infiammazione cronica interferendo con acido arachidonico e le vie di segnalazione NF-kB, dunque l’olio unito a tutti gli altri ingredienti consente alla dieta mediterranea di garantire  un’aspettativa di vita più alta rispetto ad altri regimi alimentari.

Gli studi sull’olio di oliva  sono stati moltissimi nel corso degli anni, per cui è stato ampiamente di mostrato dalla letteratura scientifica  di come il suo uso comporti  un cambiamento del profilo lipidico di pazienti con malattie vascolari, migliorando parametri come LDL, TG, colesterolo totale ed HDL. Cosa questa che comporta prevenzione dell’aterosclerosi.

L’idrossitirosolo, un polifenolo contenuto nell’olio è un nutrimento importante dei probiotici cosa questa che si riflette sulla salute e sul mantenimento di un buon equilibrio a livello intestinale. I composti fenolici inoltre, proteggono le cellule del colon dal danno ossidativo migliorando i sintomi dell’intestino irritabile, comportano una riduzione dei livelli di espressione genica di citochine infiammatorie come IL2, TGFb e IL6 migliorano la permeabilità intestinale. L’acido oleico mostra effetto protettivo nell’infiammazione intestinale, ma anche nella disfunzione epatica.

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