“Ricordatevi che il movimento rafforza e l’inattività indebolisce” Ippocrate
All’inizio del novecento la scienza moderna ha cominciato ad intuire l’importanza preventiva del movimento, ora sappiamo con certezza che fare attività fisica quotidianamente è fondamentale per mantenerci sani tanto quanto il cibo ch consumiamo o l’ossigeno che respiriamo.
Il corpo umano si è sviluppato e plasmato nel corso di millenni di pressione evolutiva per funzionare in maniera corretta solo in presenza di una costante e regolare attività fisica.
L’inattività è il quarto fattore di rischio di morte in quanto direttamente correlata a problematiche serie come obesità, ipertensione, ipercolesterolemia, ipertrigliceridemia e diabete 2.
Il consiglio di mantenersi fisicamente attivi è inserito al secondo posto del decalogo anticancro.
Mi piace parlare di binomio inscindibile: Alimentazione+movimento, in quanto l’una è complementare all’altra.
Non si hanno benefici sostanziali se mangiamo bene, ma facciamo una vita sedentaria, parcheggiamo l’auto davanti al negozio in cui dobbiamo entrare, prendiamo l’ascensore invece di fare le scale, stiamo comodamente seduti in poltrona e la cyclette o il tapirulan prendono polvere in camera da letto.
Viceversa non è possibile fare eccessi calorici e pensare poi di bruciarli facendo ore di sforzo intenso in palestra o corse chilometriche. L’esercizio fisico non può e non deve essere un sostituto di una sana alimentazione.
MANTENIMENTO DEL PESO non conviene ingrassare
Il sovrappeso e l’obesità sono tra i principali fattori di rischio per lo sviluppo del cancro, in particolar modo se associati a picchi glicemici elevati.
L’accumulo di grasso addominale è considerato un fattore di rischio per malattie cardiovascolari( aterosclerosi, ipertensione, cardiopatia ischemica, trombosi), diabete di tipo 2, steatosi epatica, sindrome metabolica, dislipidemie.
Ognuno di noi potrebbe avere un’idea del tessuto adiposo addominale semplicemente misurando la circonferenza vita, all’altezza dell’ombelico, stando in piedi e con i muscoli addominali rilassati.
La misura ideale dovrebbe essere di 94 cm per uomo e di 80 cm per le donne, in particolare le donne in menopausa dovrebbero fare molta attenzione a questi parametri perché in questa fase della vita aumenta la tendenza ad accumulare grasso.
Il grasso viscerale accumulato intorno ad organi intraddominali non è un tessuto inerte, ma metabolicamente attivo, in quanto produce citochine infiammatorie, che causano lo sviluppo di nuovi adipociti, dunque aumento di peso e condizioni infiammazioni croniche irreversibili.
Gli adipociti ipertrofici diventano ipossici in quanto non avviene un adeguato rifornimento di ossigeno attraverso la matrice extracellulare e producono citochine infiammatori: TNF-alfa, IIL-1, IL-6.
La triade infiammatoria comporta un richiamo di macrofagi, che si infiltrano nel tessuto lo ripuliscono dalle scorie e continuano a produrre altre sostanze infiammatorie in una sorta di reazione a catena. Nasce dunque una infiammazione sistemica che interesserà tutto il corpo e conseguente insulino-resistenza. L’insulina non è attiva a causa della riduzione dei recettori ubicati nelle membrane cellulare del tessuto adiposo e muscolare, dunque incrementa la glicemia e parallelamente l’insulinemia. Il difetto dell’azione dell’insulina rende il tessuto adiposo meno capace di immagazzinare acidi grassi e glucosio e come risposta compensatoria il tessuto adiposo cerca di espandersi ulteriormente; questo porta ad ipertrofia (aumento di volume degli adipociti) e iperplasia( aumentano il numero), quindi saranno sempre più difficoltosi i tentativi di perdere peso. Gli acidi grassi liberi sono responsabili di steatosi epatica e possono compromettere la funzionalità anche di questo organo.
E’ necessario sensibilizzare le persone al mantenimento del proprio peso corporeo.
IMPORTANZA DELLA ATTIVITA’ FISICA AEROBICA
Praticando una qualunque attività fisica è necessario e fondamentale respirare, in modo da apportare la giusta quantità di ossigeno al corpo, solo in questo modo, infatti, riusciamo a mantenere alcalino il ph dello spazio interstiziale tra le cellule di ogni tessuto. Questo processo coinvolge un serie di organi emuntori.
In primo luogo i polmoni, in quanto se con l’inspirazione incameriamo ossigeno che tramite la circolazione sanguigna viene convogliato a tutte le cellule del corpo, con la espirazione allontaniamo l’anidride carbonica derivante dagli acidi che si accumulano negli interstizi cellulare e frutto del normale processo metabolico di ogni cellula del corpo.
L’accumulo eccessivo di acidi comporta la mobilizzazione di basi dalle cellule per neutralizzare gli acidi, che in forma di sali, verranno convogliati tramite la circolazione sanguigna ai reni e quindi eliminati. I reni sono infatti, altri organi emuntori.
Un altro organo emuntore è la pelle, per cui tramite i pori e la sudorazione allontaniamo altre tossine ed acidi, inoltre per rimuovere le tossine dall’interstizio cellulare entra in gioco anche il sistema linfatico. Abbiamo vasi linfatici lungo tutti i vasi sanguigni, e un centinaio di linfonodi disposti lunghi i vasi, con una densità maggiore al collo, sotto le ascelle e nell’inguine. La linfa circola in questi vasi, grazie a variazioni di pressione, in quanto non esiste una pompa, come nel caso del cuore per la circolazione sanguigna. Di fatto le variazioni di pressione che consentono la contrattilità della sottile parete dei vasi linfatici avvengono tramite la respirazione profonda e l’attività muscolare. In altre parole è l’attività fisica che consente di attivare il sistema linfatico e dunque l’allontanamento dei materiali di scarto dal connettivo e dunque l’alcalinizzazione del corpo. Se la linfa rallenta o ristagna, le cellule saranno immerse in un ambiente acido carico di materiali di scarto che non consentiranno alle cellule di lavorare adeguatamente rifornendosi di materiali nutritivi e di ossigeno, da qui possono scaturire dolori, infiammazione latente e alla lunga patologie croniche. Anche emozioni come rabbia, stress, stanchezza o uno shock emotivo possono rallentare il sistema linfatico.
Quando si è in condizione di sovraccarico di acidi e si supera la capacità eliminatoria, il corpo fa un tentativo disperato di eliminare le scorie utilizzando le riserve disponibili di minerali e riportare il prima possibile il ph in un range corretto, prima che si inneschi una condizione patologica. Tutte le patologie croniche vedono un ambiente acido del corpo,
L’attività fisica deve essere, dunque, di tipo aerobico ovvero “ con ossigeno”, in genere di intensità moderata e praticata per un periodo relativamente lungo per 30-40 minuti al giorno in modo da sudare, inspirando ed espirando dal naso, espandendo e contraendo il diaframma.
Il battito cardiaco deve arrivare al 60%-70% della propria frequenza cardiaca massima,misurandola con un cardiofrequenzimetro
Il calcolo è semplice : F max=220- età anagrafica
Per una persona di 40 anni: 220-40= 180.
Tutto questo ha valenza anche per le persone normopeso.
Sono esempi di attività aerobica una camminata a passo spedito su terreno collinoso, il nuoto, il ciclismo, lo jogging e il pattinaggio, la danza, il ciclismo, e il rebounding.
L’attività fisica di tipo aerobico allena il cuore e i polmoni, quindi è ottimale per ridurre il rischio di patologie cardiovascolari.
L’esercizio fisico dovrà essere sempre piacevole, se si avverte dolore, è necessario rallentare e respirare perche significa che il corpo sta andando in carenza di ossigeno, e l’esercizio sta diventando anaerobico e questo significa passare dalla respirazione alla fermentazione e formare acidi in eccesso che si depositano nei tessuti, per esempio l’acido lattico. Ogni volta che svolgendo attività fisica si raggiunge la sensazione di fatica si avverte indolenzimento o dolore muscolare, si tratta di carenza di ossigeno. In questo caso è opportuno fermarsi respirare profondamente e idratarsi con bevande verdi preparate con acqua alcalina.